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SUPER SIZE ME

Regia: Morgan Spurlock

U.S.A 2004

Genere: Documentario

CAST: Morgan Spurlock

Morgan Spurlock, al suo primo lungometraggio, ingrassa di dodici chili e rischia danni permanenti al fegato. Però riesce a scuotere l’opinione pubblica sul fenomeno dell’obesità e della cattiva alimentazione, più di quanto riesca a fare un nutrizionista teorico del “cibo sano in corpore sano”.

Spurlok gira il documentario senza cercare colpi di scena che stordiscano il pubblico e con serenità ci conduce dai suoi medici raccontandoci del suo peso forma, della sua giusta quantità di grasso nel sangue, lipidi nella pelle e colesterolo. Quindi si immola per la causa cercando con scarso successo di rassicurare la mamma che gli offre il suo fegato qualora dovesse rovinare troppo il suo nell’esperimento, la compagna vegetariana che non sa rimpiazzare il gusto insostituibile del prosciutto crudo, i medici, gli amici e tutti quelli che hanno a cuore la sua salute.

Procede, nonostante il vomito, la nausea, i chili presi in pochi giorni. Prova a semplificare. Smettere un vizio per tre giorni basta a liberarci. Camminare fa bene ma in una società così tecnologica bisogna cercare il tempo per farlo. Intervista uomini che ricordano che la mamma una volta cucinava. Mostra casalinghe liberate dalla schiavitù della tavola sempre più disposte a portare a giocare i figli al parco del fast food che li sazierà. Pause pranzo sempre più ridotte. Panini, bibite e patatine sempre più grandi.

Continua a mangiare e vomitare mentre accusa e sorride, individua il male e lo deride.

Senza le pretese di rivelarci una realtà chissà quanto nascosta, fornisce allegramente dei dati ed invita a riflettere sulle possibilità di orientarsi in controtendenza rispetto alle multinazionali dell’alimentazione, che arrivano a smerciare il proprio cibo precotto e surgelato in gran parte delle scuole americane, ad aprire fast food negli ospedali, ad indirizzare i loro spot pubblicitari verso innocenti bambini, cercando di addomesticare il loro indifeso palato fin dai primi dentini.

Irride il potere senza urlare. Il cibo costa sempre meno in proporzione alla sua massificazione e perdita di qualità. Apparentemente poco efficace per un pubblico di palati fini italiani, ancora legati a tradizioni culinarie saldamente radicate, mette invece il coltello in una piaga che tende ad imputridire i rapporti tra l’ignaro consumatore e il diabolico produttore.

In America il problema specifico dei fast food sarà sicuramente più sentito ed allarmante, ma volendo dare uno sguardo oltre il nuovo continente, il film stimola una riflessione globale su un mondo che sa uscire dalle crisi esclusivamente aumentando i consumi, e per farlo è veramente disposto a tutto, anche a rendere tossico il nostro cibo per tenerci attaccati al suo metadone economico.

(Andrea Monti)

webgrafia:http://www.tmcrew.org/mcd/supersizeme.jpg