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Ape

Con un calo produttivo tra il 75% e il 100%, il 2023 è uno degli anni peggiori mai registrati.

L’appello allarmante degli apicoltori del Presidio Slow Food: «Le nostre api stanno soffrendo e noi con loro»

 

La dolce sostanza del miele è prodotta dalle api domestiche e non soltanto domestiche. Per millenni, ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di arniemiele1 costruite dall'uomo risalgono addirittura al VI millennio a.C. I Greci lo consideravano "cibo degli dei" perché rappresentava un componente fondamentale nei riti che prevedevano offerte votive. Già Omero descrive la raccolta del miele selvatico e Pitagora lo raccomandava come alimento per una lunga vita.

La lavorazione dell'uomo inizia dove finisce quella dell'ape, ovvero dopo le fioriture, quando le api hanno immagazzinato e opercolato il miele nei favi.
Ma esattamente, un cucchiaino di miele al giorno cosa farebbe?
lntanto è una sostanza energetica a tutti i livelli, favorisce la crescita delle ossa attraverso il calcio, stimola le difese immunitarie, migliora la memoria, si dice che riduca anche gli stati ansiosi e migliorerebbe il profilo ematologico, cioè stimolerebbe la produzione delle cellule del sangue nel nostro corpo.

Tutto ciò è interessante, abbiamo imparato sui libri di scuola l’importanza delle api che ronzano nei campi a far scorte di nettare….Ma se non ci sono più i cicli delle stagioni e se non ci sono fiori, le api rischiano di morire, a meno che non vengano alimentate dagli apicoltori (per gli altri impollinatori selvatici la situazione è anche peggio). Il rischio che scompaiano del tutto è sempre più imminente, e con loro ciliegie, mele, pesche, susine, cavoli e un lungo elenco di prodotti.

Mentre la Sicilia brucia, il nord Italia è distrutto da alluvioni e grandine, in questa estate da record sembra raggiunto il punto di non ritorno e mai come adesso sembra evidente a tutti che la transizione ecologica non è una lontana utopia, ma un’esigenza concreta da raggiungere il prima possibile per la sopravvivenza di tutti.

apicoltori

A lanciare l’allarme di crisi climatica estrema ci sono anche gli apicoltori. Il 2023 rischia infatti di essere l’anno peggiore mai registrato per il miele, che in tutta Italia conta un calo medio della produzione primaverile del 75% .

Per le api è veramente uno dei peggiori anni mai riscontrati. La siccità prima, le gelate in parecchie zone poi, hanno compromesso gran parte dei mieli primaverili come tarassaco e robinia. In alcune regioni, l’acacia ha toccato picchi negativi anche del 90%.

«La situazione è critica e l’attuale stagione produttiva di miele potrebbe essere la peggiore mai registrata finora – commenta Mauro Pizzato, referente dei progetti per apicoltura e mieli di Slow Food Italia

Secondo il rapporto dell’Osservatorio nazionale miele e Ismea pubblicato a inizio luglio, i raccolti primaverili sono quasi azzerati e il calo di produzione è stimato tra il 75% e il 100%».

Le conseguenze sull’operato degli apicoltori sono evidenti. "Solo sul lato economico – continua Pizzato – parliamo di decine di milioni di euro per il crollo della stagione primaverile, tra perdite ed esborsi per acquistare l’alimentazione di soccorso per le api. Dobbiamo poi considerare la mancata impollinazione, che rende la situazione ancora più drammatica non solo per l’uomo, ma per l’intero ecosistema".

Appello degli apicoltori:

L’appello degli apicoltori del Presidio: «Siamo allo stremo come le nostre api»

 Dal Friuli Venezia Giulia i produttori del Presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina lanciano un appello: "Le nostre api stanno soffrendo e noi apicoltori con loro. Quest’anno, dopo molti mesi di siccità, quando le api sono andate a visitare i fiori primaverili non hanno trovato nettare".

La crisi climatica sta mettendo a dura prova la possibilità di sopravvivenza delle aziende apistiche, tra cui molti giovani che hanno intrapreso l’attività anche investendo risorse finanziarie di rilievo.

Noi apicoltori siamo i custodi delle api: le alleviamo, ci accorgiamo di quanto sta succedendo e abbiamo cura di loro, ma ormai siamo anche noi allo stremo, come le nostre api. Prima di rinunciare vogliamo fare un appello per cercare di salvare l’apicoltura, perché lottare per la difesa delle api significa lottare per la difesa dell’ambiente e del nostro futuro. Chiediamo a gran voce che venga riconosciuto all’apicoltura il ruolo strategico che ricopre a pieno titolo, per la tutela dell’ambiente e dell’agricoltura. Abbiamo bisogno di aiuti urgenti, ma soprattutto di misure strutturali, perché il cambiamento climatico proseguirà, inesorabile”.